Tecnologia e prestazioni, articolo un po’ diverso da quelli che vi abbiamo abituato a leggere. quello di oggi .
Sempre alla ricerca di nuove idee, risorse, consigli da condividere con voi per vivere al meglio la nostra passione, mi sono imbattuto in un articolo tanto interessante quanto tecnico.
Di solito, di fronte ad un articolo del genere avrei tirato dritto, però questo mi ha davvero incuriosito perché risponde in modo completo alla domanda “ma quanto influisce il miglioramento tecnologico delle bici sulle prestazioni ” ?
Così mi sono preso la briga di tradurlo, devo dire che è stata una faticaccia ma mi sono divertito ed ho imparato qualcosa di nuovo.
Lo condivido con te, spero ti piaccia anche se il taglio è piuttosto tecnico :
Bici moderne e velocità nel ciclismo : qualche correlazione misurabile ?
Senza ombra di dubbio, la maggior parte di noi dirà che oggi le velocità nei grandi giri sono superiori rispetto a quelle del passato. Sembra sia proprio così, per esempio, sin dal suo inizio nel 1903 fino agli anni 90, il Tour de France ha visto aumentare la velocità media dei suoi vincitori del 50-55%.
Ma sorge una domanda importante, ovvero:
Quanto di questo aumento di velocità deriva dai miglioramenti tecnologici della bicicletta?
C’è veramente una correlazione tra tecnologia e prestazioni? Se escludiamo tutti i fattori come temperatura, percorso, tattiche di gara, metodi di allenamento migliorati, alimentazione e doping, che ruolo gioca la sola tecnologia sulle velocità più elevate?
E questo ruolo risulta così significativo da poter essere apprezzato?
Per rispondere a queste domande si deve usare una tecnica chiamata regressione multipla.
Questo metodo, che è uno dei principali strumenti per chi si occupa di statistiche, permette di stimare gli effetti di molti fattori su una sola variabile dipendente, nel nostro caso le prestazioni ciclistiche.
Innanzitutto, come dicevamo prima, esistono diversi fattori variabili che possono influire positivamente o negativamente su ogni corsa, li possiamo però riassumere in 4 grandi categorie in relazione a:
- Performance atletica– Fisiologia o genetica, allenamento, nutrizione, medicina e doping.
- Tecnologia – Biciclette, fantasia dell’abbigliamento ecc. Ignoreremo le altre cose per prendere in considerazione solo le biciclette.
- Corsa specifica – tragitto, meteo, tattiche impiegate, regole, ecc
- Eventi casuali – Esempio: un incidente assurdo a 2 km dal traguardo che causa molti feriti, una tappa eliminata a causa della morte di un atleta o qualsiasi altro evento che non può essere previsto, ma accade.
In 100 anni di storia del ciclismo ce ne sono state di innovazioni, alcune delle quali si sono affermate dopo il benestare dell’UCI.
Grazie ad uno studio da parte di Ph.D’s Jan Heine e Mark Vande Kamp, scrittori della rivista Bicycle Quarterly, possiamo arrivare a rispondere alla domanda se la tecnologia della bici fa la differenza o no sulla velocità media di una gara.
Premesse
Nell’ambiente ciclistico questo studio ha sollevato una serie di opinioni diverse, alcune delle quali lo definiscono poco accurato e difettoso nella sua analisi. Pensiamo che sarà a beneficio di tutti se spieghiamo con quali premesse si è condotto questo studio :
- Presupposto fondamentale: Il presupposto fondamentale degli autori, ma che non è esplicito nell’articolo, è che tutte le biciclette moderne e le tecnologie correlate sono introdotte nel mercato allo scopo specifico di aumentare la velocità in bicicletta quindi più che tecnologia e prestazioni hanno valutato la tecnologia e la velocità. In base a questo, si procede a quantificare tale aumento.
- Eliminare le variazioni di prestazione giornaliere: Hanno scelto il Tour de France come la gara di principale interesse con il concetto che considerando più tappe e oltre 150 atleti, si elimina l’influenza delle variazioni giornaliere sullo stato fisico, il meteo e ulteriori fattori sulla performance strettamente individuale.
- Eliminare le variazioni specifiche del percorso: Considerando il cambiamento di percorso al Tour de France, hanno selezionato la Milano-Sanremo come supplemento nell’analisi visto che la gara si è svolta sullo stesso percorso da più di 100 anni senza modifiche. La difficoltà della corsa è stata comunque costante visto che da sempre sono presenti curve ad alta velocità.
- Separare i miglioramenti delle prestazioni umane dai miglioramenti tecnologici della bicicletta. Questo era un problema non da poco visto che il ciclista è la bici sono un tutt’uno. Questi studiosi hanno quindi pensato di prendere un altro sport di resistenza come riferimento che non avesse a che fare con la tecnologia e risaltasse quindi il solo fattore umano. Hanno preso le corse a media distanza, da 5 a 10 km, di tutti gli eventi in tutto il mondo e hanno studiato le velocità medie.
In base a che logica? Se le biciclette sono veramente diventare più veloci, l’aumento della velocità del ciclismo al Tour dovrebbe essere maggiore rispetto a quello della velocità della corsa. Se le biciclette non sono più veloci, le linee di aumento della velocità dovrebbero più o meno corrispondere l’una all’altra a causa del “fattore umano” comune ad entrambi gli sport di resistenza. - Analisi a ritroso: Utilizzando i dati della velocità, è stata effettuata un analisi a ritroso sul Tour de France e la velocità di percorso per gli ultimi 100 anni. Le linee delle “prestazioni atletiche” a ritroso avrebbero mostrato le tendenze della velocità a lungo termine per entrambe le specialità.
Questi sono i risultati sul rapporto tecnologia e prestazioni:
- Una stretta relazione tra le velocità attuali del TdF e quelle previste per le corse a media distanza.
- Una stretta relazione tra velocità di corsa effettiva e la tendenza della velocità di corsa calcolata nel lungo termine.
- L’88% dell’incremento della velocità nel TdF negli ultimi 100 anni può essere spiegato grazie alla migliore prestazione fisica.
- Sia per la corsa che per il ciclismo, sembra che vi sia un inspiegabile 9-12% dovuto a semplici avvenimenti casuali avvenuti durante la competizione.
- La curva grafica della velocità del TdF con una pendenza meno profonda di quella della corsa indica che le velocità nel ciclismo sono aumentate ad un tasso più lento.
Gli autori suggeriscono che questo è dovuto alla resistenza del vento notevolmente maggiore nel ciclismo. Il problema aerodinamico non ha un impatto importante, è ridotto al minimo al Tour de France e si sviluppa su un folto gruppo di atleti. - Negli ultimi 20 anni, l’aumento della velocità nel TdF ha una tendenza parallela a quello dei corridori. La tecnologia ha giocato un ruolo minore in questi risultati secondo la logica nell’analisi (non sono stati osservati miglioramenti consistenti).
- Ci sono stati più picchi di aumento di velocità nel TdF tra il 1926 e il 1940 che nella corsa. I primi anni 20 hanno sofferto di una performance bassa e gli autori suppongono che a causa della prima guerra mondiale il ciclismo abbia perso diversi campioni.
Alla fine degli anni ‘20 si nota un marcato aumento della velocità nella Grande Boucle che però non è stato osservato nella Milano-Sanremo. Gli autori hanno concluso che sia dovuto all’accorciamento delle distanze nelle tappe come possibile motivo.
Si nota inoltre un significativo aumento di velocità negli anni ‘30 che corrisponde con l’introduzione delle modifiche introdotte sulle bici da corsa, come telai in acciaio leggero con tubi più sottili.
Gli autori affermano che tra tutti i progressi tecnologici, i telai in acciaio leggero hanno avuto l’effetto maggiore sulle velocità del Tour.
Tali incrementi di velocità sono stati osservati anche nella Milano-Sanremo negli anni ’30, a indicare che si trattava di un fenomeno che cambiò lo sport stesso del ciclismo. - Dal 1947, l’aumento della velocità in bicicletta, avviene durante un periodo dove non c’è alcuna innovazione a livello tecnologico. Alla fine degli anni ‘50 si nota un aumento della velocità nel ciclismo, ma nulla di significativo è stato inventato o innovato sulla bicicletta durante quel periodo, dal momento che l’introduzione del deragliatore posteriore della Campagnolo risale al Quindi anche questo aumento non può essere spiegato dall’uso di nuova tecnologia. Gli autori affermano che altri motivi possono essere stati i principali responsabili, come per esempio la pavimentazione delle strade.
- Nei primi anni ‘80, le velocità del TdF sono aumentate tra il 1981-1982, senza un motivo specifico per poi scendere nuovamente senza una ragione. Tra il 1985 e il 1990 le bici da crono, come quelle utilizzate da Greg Lemond nell’89, hanno determinato un aumento della velocità, ma le tappe a cronometro erano troppo brevi per influenzare la velocità generale di tutto il Tour. Inoltre, gli altri tipi di bici utilizzati nelle gare non hanno avuto nessuna significativa evoluzione durante questo periodo.
- Dal 1999 al 2009, la tecnologia ha sviluppato una quantità di migliorie, dal cambio sul manubrio con i vari deragliatori, la gabbia posteriore, una maggiore quantità di marce, ruote aerodinamiche e cuscinetti in ceramica.
Certo, le velocità del Tour de France hanno subito un aumento quasi lineare. Ma ciò che gli autori hanno comunque riscontrato era che la tendenza all’aumento a lungo termine della velocità nel ciclismo segue molto da vicino quello della corsa.
Il che indica che quasi tutti questi miglioramenti possono essere dovuti a fattori strettamente fisiologici comuni sia nella corsa che nel ciclismo a dire che non sembra esserci una forte correlazione tra tecnologia e prestazioni.
Dal 2005, la velocità ha iniziato a scendere al di sotto dei trend previsti, forse a indicare i rigorosi controlli antidoping come responsabili . Nella corsa non si è notata questa stessa diminuzione ad indicare che qualcosa non comune ad entrambi gli sport ha influenzato le velocità nel ciclismo.
Conclusioni finali:
Gli autori hanno scritto che a partire dalla seconda guerra mondiale non vi è alcuna prova che i progressi della tecnologia della bicicletta abbiano portato ad un aumento della velocità nelle competizioni ciclistiche.
Non esiste una sistematica correlazione tra le due. Alcuni aumenti di velocità sono avvenuti in periodi in cui c’è stato un parallelo incremento nella prestazione atletica. Altri sono avvenuti nei momenti in cui in pratica non c’è stata alcuna innovazione a livello tecnologico. L’unico periodo in cui la tecnologia ha portato ad un marcato aumento della velocità è stato durante il 1930, con l’introduzione dei telai in acciaio leggero. L’articolo quindi conclude:
"Si è tentati a guardare oltre la curva nel grafico della velocità del Tour de France e scegliere [la tecnologia] come fattore principale dell’aumento o diminuzione della stessa [...] Tuttavia, quando viene paragonata considerando tutti i dati, non troviamo un convincente sostegno al fatto che la tecnologia abbia aumentato la velocità nella competizione del Tour de France. Nell’arco degli ultimi 100 anni, anche i cambiamenti radicali come l'introduzione dei deragliatori non hanno alterato la tendenza della velocità del Tour de France. Chiaramente quindi, i miglioramenti tecnologici sulle biciclette hanno avuto poco o nessun effetto sulla velocità della competizione, soprattutto negli ultimi decenni ".
Critiche e suggerimenti:
- Scelta del paragone: Perché si è scelto la corsa media distanza come paragone e non per esempio, la maratona? Non si spiega. Gli autori non forniscono una spiegazione per questa scelta, anche se essi suggeriscono che le corse a media distanza non hanno molto a che vedere con l’”influenza della tecnologia”. Perché la maratona è forse influenzata dalla tecnologia? Sembrerebbe proprio di no. Le corse a lunga distanza, sono da molti considerate come la forma più pura di sport di resistenza. Sarebbe interessante vedere se la velocità della maratona abbia seguito da vicino tutte le tendenze della velocità in bicicletta negli ultimi 100 anni.
- Scelta della gara: molti saranno d’accordo sul fatto che ci sono semplicemente troppe variabili al Tour de France per trovare un rapporto valido tra un aspetto, come lo sviluppo tecnologico, e un altro aspetto, la velocità. Perché non estendere la ricerca ad un assolo come il record dell’ora in cui la variabilità è ancora di più ridotta? O una crono? O uno sprint?
Un altro studio ha rivelato che tra il 1980 e il 1990 prima dei regolamenti UCI, il 60% dei record dell’ora fossero dovuti esclusivamente alla progettazione. Gli autori potrebbero voler tener conto di questo. - Qualcosa su cui investigare: Gli autori iniziano l’articolo ponendo la domanda: Quanto più veloci sono le ultime bici da corsa rispetto alle classiche? Ma sembra che in tutto l’articolo, essi tendano a osservare piccole innovazioni aggiunte in diversi anni come il deragliatore posteriore, un maggior numero di ingranaggi e quindi di marce, o tubi più sottili per osservarne l’effetto complessivo sulla velocità del Tour di ogni anno. Come potrebbe un componente cosi piccolo fare la differenza nel corso di diversi anni? I deragliatori posteriori o i freni anteriori migliorati non possono certo essere la causa di un netto aumento della velocità del Tour de France nel corso degli anni successivi.
- Dettagli di ogni tappa: I dettagli esatti di ogni tappa non sono stati controllati dagli autori. Sarebbe interessante vedere quante tappe di pianura e quante tappe di montagna c’erano ad ogni tour e come la gravità avrebbe giocato un ruolo importante nel cambiare i risultati. I dati possono essere difficili da trovare. Considerando che i dati disponibili sono le velocità, le distanze, il numero di partecipanti e il numero di classificati di ciascun Tour; potrebbe essere che evidenziando tutte queste informazioni in un unico grafico rispetto a epoche diverse del ciclismo possa aiutarci a comprendere meglio la questione.
- Indagine di anno in anno contro un salto temporale: sulla base della domanda posta all’inizio( Quanto più veloci sono le ultime bici da corsa rispetto alle classiche?), sarebbe più significativo prendere una bici da corsa d’epoca e una moderna e confrontare le due.Ipoteticamente, se un corridore del 1903 viaggia 100 anni nel futuro per correre il Tour de France su una bici da corsa del 2010 con un telaio più leggero e le ruote aerodinamiche dovrebbe essere più veloce. Allo stesso modo, un gruppo di ciclisti del 1903 alle prese con una salita nelle alpi di 2 ore su una bici in acciaio di 18kg sarebbe più lento di quello stesso gruppo di corridori a cavallo di bici con un peso da piuma a parità di dimensioni e su un terreno simile. Si tratta di una semplice constatazione della fisica. La stessa verifica fatta invece di anno in anno, dove tutti i corridori hanno a disposizione le stesse bici con la stessa tecnologia, non potrebbe chiarire se quest’ultima ha un impatto sulla velocità generale del Tour. Teniamo presente inoltre che equipaggiamenti come alcune migliorie sull’abbigliamento non sono nascono allo scopo di aumentare la velocità, ma per migliorare il comfort di una gara che prevede più di 90 ore a cavallo di una sella.
Nel suo insieme lo studio di Ph.D’s Jan Heine e Mark Vande Kamp è da tenere comunque in considerazione malgrado le numerose critiche che ha ricevuto. Inoltre è stato pubblicato su una rivista molto conosciuta allo scopo di aprire un tema di discussione. Non va preso come verità scientifica assoluta.
Una cosa sulla quale siamo d’accordo a riguardo studi come questi, è che ancora una volta evidenziano che la maggioranza delle performance atletiche sono dovute ad un fattore puramente umano piuttosto che al rapporto tecnologia e prestazioni.
Non si corre mai a parità di condizioni, non importa quale razza sia o quanto ci si voglia lamentare, che sia la maratona di Berlino, il Tour de France, la 24 Ore di Le Mans o la Parigi-Dakar. Ci sono sempre quei pochi individui geneticamente dotati e benedetti con le finanze e il talento necessari per vincere.
Poi ci sono quelli che barano per vincere. Possono avere il talento, ma vogliono di più e lo ottengono attraverso vie illegali.
Lo studio di Kamp e Heine corrisponde con le osservazioni di molti altri che hanno sottolineato come le velocità nel ciclismo sono scese dal 2005 a causa dei regolamenti antidoping.
Alla fine, non potremo mai sapere esattamente se gli aumenti di velocità nei primi TdF sono stati ottenuti barando. Quanto è dovuto dall’ uso di anfetamine, alcool, sostanze stupefacenti, steroidi, ormoni della crescita, EPO e trasfusioni di sangue o utilizzando dispositivi meccanici?
Questa è una domanda alla quale nessuno potrà mai rispondere.
Articolo originale :
http://cozybeehive.blogspot.it/2010/08/modern-bicycles-and-cycling-speeds-any.html
Che ne pensi ? Tema interessante ? Articolo troppo lungo e tecnico ?
Ed ora la domanda più importante : secondo te, quanto incide l’avanzamento tecnologico delle biciclette nelle prestazione di noi amatori ?
Spazio ai commenti !
Buonasera, sono un neofita che si muove con una bici di allumini a 3 corone della btwin. ho trovato il suo articolo particolarmente interessante e mi conferma che le mie scarse prestazioni si legano all’ allenamento e non alla bici. Infatti trovo persone ben più grandi di me e meno “performanti” ma con bici più moderne riescono a tenere con pedalata da passeggio delle velocita 30-33 km/h mentre io fatico per uno scarso 25km/he questo mi ha portato a pensare che la variabile fosse la bici ,in realtà dall’ articolo si evince che quelle persone sono particolarmente allenate.
grazie.
Sono un amatore datato seconda guerra mondiale, credo che per noi la bicicletta più tecnologica è un fattore di maggior stimolo, di vanto psicologico e quindi di soddisfazione alla passione e di confronto con gli altri.Bici nuova o conpartinuove di essaes. ruote, leestazioni migliorano sulle prime, per poi tornare alle precedenti. Certamente i pedali automatici, i deragliatori e maggior numero di rapporti e l’alleggerimento generale ha contribuito notevolmente, quello che non mi è chiaro, come in passato i rapporti erano più lunghi degli attuali, eppure si facevano le stesse salite; forse perché eravamo più giovani. Ricordo la salita del Ghisallo,… Read more »
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