Salita ripida? Come affrontarla in bicicletta.
“…è durissima, ma l’ultimo chilometro è ancora più duro, l’ultimo chilometro è così duro che sembrano quasi tre”
Vittorio Adorni sulla salita alle Tre Cime di Lavaredo
La frase geniale di Vittorio Adorni è facilmente comprensibile per chi di noi (e credo chiunque) si sia trovato ad affrontare almeno una volta una salita con pendenze “proibitive”
Qual’è la differenza di pendenza tra una salita “pedalabile” ed una “durissima” ?
Beh chiaramente è un discorso molto soggettivo, che dipende da persona a persona, dal suo stato di forma, dal suo peso, dalla predisposizione fisica e anche dalla percezione della fatica che è diversa in ognuno di noi.
Per questo motivo capita di vedere su una salita al 6%, ciclisti che salgono con il rapporto più agile e la lingua fuori ed altri che salgono chiacchierando con il 50.
Questo è normale ed è giusto che sia così.
Tuttavia ho notato che c’è una “soglia di pendenza” della salita oltre la quale le differenze si assotigliano.
Lo noti anche nelle salite più dure del Giro, come per esempio il mitico Zoncolan, dove i migliori difficilmente riescono a fare molta differenza.
Certo, è impossibile dire quale sia la pendenza oltre la quale una salita ripida diventa davvero dura, potremmo azzardare un 10% per dare una cifra, ma oltre alle differenze nelle caratteristiche fisiche di ognuno, come abbiamo detto prima, ci sono da considerare molti altri aspetti per valutare la durezza di una salita :
– la sua lunghezza totale
– la pendenza media su tutta la lunghezza
– la presenza di tornanti o meno
– la presenza di tratti ombreggianti o l’esposizione al sole
– l’altitudine
– lo stato del manto stradale
e credo che potremmo aggiungerne altre, ma per ora mi fermo.
Lo scopo di questo articolo non è però definire quale sia una salita ripida e quale no, ma come affrontarla al meglio.
Provo allora a dare alcune idee, aspettando come sempre i vostri preziosi consigli.
La scelta dei rapporti
Le guarniture “compact” oramai sono la scelta della maggior parte di noi cicloamatori, quindi già avere una corona piccola davanti a 34 denti è un ottima base di partenza.
Il discorso pacco pignoni diventa quindi molto delicato. Vedo ancora molti colleghi di pedale utilizzare rapporti troppo duri, e non volersi arrendere a montare un benedetto 29 dietro, quasi come se fosse un segno di debolezza.
Io posso dire che dipende molto da che tipo di percorso sei abituato a fare, ma se ti trovi spesso a pedalare a 50 RPM in salita, significa che hai un rapporto troppo duro e dovresti valutare di montare un 28 o un 29 posteriore.
Non è un segno di debolezza, ma di intelligenza ciclistica.
Oppure valuta, come fanno alcuni amici più “evoluti” di tenere una ruota “da salita” con il pacco pignoni più agile da montare quando sai che affronterai qualche salita impervia.
Non caricare troppo la schiena
Quando si affronta una salita molto ripida, la velocità è ridotta e non hai molta possibilità di rilanciare l’andatura e quindi sciogliere la tensione dai muscoli.
Se rimani troppo seduto in sella, inevitabilmente vai a sovraccaricare la zona lombare (la parte bassa della schiena) quindi è consigliato cambiare spesso posizione ed alternare tratti sui pedali con tratti in sella.
Quando sei seduto in sella, cerca di trovare il giusto bilanciamento del tuo peso sulla bici. Se ti sposti troppo indietro sulla sella, puoi sfruttare meglio il lavoro dei glutei, ma come detto vai a caricare troppo sulla zona lombare, ed inoltre, se la salita è davvero ripida, rischi di “impennare” con la ruota anteriore.
Quando ti alzi sui pedali inoltre cerca di sfruttare al meglio il peso del tuo corpo, e fai oscillare la bici sotto di te, leggermente a destra e a sinistra ma senza tenere troppo in tensione i quadricipiti.
Dosa le forze
Questo è un consiglio forse banale, valido per tutte le salite ma ci tengo a sottolinearlo perché se parti troppo forte e ti trovi in debito di ossigeno su una salita pedalabile puoi recuperare diminuendo l’andatura e gestendoti al meglio, ma se ti capita su una salita al 12%, l’unica cosa che puoi fare è appoggiare un piede a terra e fermarti ( e buona fortuna quando dovrai riagganciare il pedale per ripartire)
Vai a Zig Zag
Andare a zig zag su una salita, nell’immaginario del ciclista viene associato a momento di crisi, difficoltà, e quindi nasce una sorta di imbarazzo.
Invece è un atteggiamento intelligente da adottare quando sentiamo di non aver la forza per mantenere una cadenza di pedalata sufficientemente elevata per non creare troppo acido lattico nei nostri muscoli.
L’andatura a zig zag ti permette di ridurre la pendenza relativa della salita e quindi di “salvare la gamba”.
Sfrutta al massimo curve e tornanti
Quando stai affrontando una salita molto ripida, ogni tornante che vedi all’orizzonte è come il miraggio di un oasi per un disperso in mezzo al deserto.
Il tornante infatti ti permette di recuperare un attimo e di sciogliere la tensione dalla muscolatura.
Quindi sfrutta al massimo questa “oasi” e quel breve tratto di asfalto semi pianeggiante che sta all’imboccatura di ogni tornante, e se he senti il bisogno fai anche un paio di giri “in cerchio” per recuperare al meglio e magari approfitta per bere un po’.
Fissati delle micro mete
Anche questo è un consiglio che ho già dato altre volte ed è valido anche per le salite lunghe e pedalabili. Aiutati a superare la fatica anche con la tua testa.
Non pensare a quanta strada manca per scollinare o a quanto è dura la salita, fissati dei micro obiettivi come ad esempio “arrivare fino a quel tornante” e poi “arrivare fino a quella curva” .
In questo modo sarai concentrato su degli obiettivi a breve termine, che tutto sommato riesci a raggiungere con relativa facilità.
E’ un po’ come suddividere la fatica in tanti piccoli pezzi.
La nostra testa può essere davvero un grande aiuto per le nostre gambe.
Per oggi è tutto, che ne pensate delle mie osservazioni ?
Se hai anche tu dei consigli frutto della tua esperienza che ti va di condividere con tutti noi, sarà per me un enorme piacere leggerli !
Spazio ai commenti !
Ciao ! Io aggiungerei l’importanza della respirazione e del rilassamento di tanti muscoli che sono contratti inutilmente (es quelli delle braccia/spalle) con una respirazione regolare, lenta e profonda i battiti cardiaci miracolosamente scendono anche di molto !
Ottimo suggerimento Luigi! La respirazione è fondamentale.Grazie
Io consiglierei anche di non guardare in alto, tipo : “… Devo arrivare a quel rifugio, quelle antenne ecc…” Ti sembra di non arrivare i più!
Ciao Paolo, hai ragione: il fissarsi su una meta troppo lontana può scoraggiare. Al contrario porsi delle micro mete del tipo “arrivo a quella curva”, “arrivo a quell’alber” ecc, in momenti di difficoltà può aiutare molto.
….il pignone ultimo per salire è il 28… ma io ho anche quello di emergenza… il 32 ! A volte è lui che mi permette di non mettere i piedi a terra !! …e sulla bici gravel…udite udite… 11-32 dietro e 36 – 26 avanti !!! Che pacchia !!! (P.S. La uso in pratica come una MTB…)
un buon aiuto mi viene dall’altimetro, so che devo arrivare a quella quota e 100 per 100 metri ci arrivo senza stressarmi.
Prima di affrontare una salita dura bisogna informarsi, avere le idee chiare di quello che andiamo a fare.
sicuramente il suggerimento dei micro traguardi è il più importante ed aiuta moltissimo ad affrontare sia salite lunghe sia per quelle dure
Anche la respirazione puó dare un qualche sollievo. Intendo respirare di pancia.
Io ho il 29 come ultimo rapporto che utilizzò appena le pendenze superano il 7-8% a scendere di qualche dente sono sempre a tempo, e quando sono decentemente allenato riesco a superare strappi oltre 15-18% ma su salite lunghe mi tormenta la posizione sulla sella e dire che la bici è su misura.
[…] Affrontare al meglio una salita […]
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Penso di avere una rapportatura sballata. Mi spiego: ho ripreso l’attività in bici da circa 6 mesi dopo un fermo di almeno 7 anni, e adesso ho scoperto la compact, cosa inesistente ai miei tempi. preso dalla curiosità di provare ho montato una 50×34 senza pensare al pacco pignoni che innanzitutto è ancora a 9 velocità e poi monta un 13-25 adatto più a una guarnitura tradizionale che ad una compact. Qualche vantaggio in salita l’ho notato ma in pianura spingere in 13 avendo davanti la corona da 50 diventa difficile e specialmente se si affrontano tratti in leggera discesa… Read more »
Direi che non manca niente , per quel che mi riguarda quando ho una salita dura
e la conosco , la prendo leggero e a un ritmo sostenibile all’inizio per poi da metà
in poi invece osare di più.Se non la conosco invece tengo sempre un minimo di
scorta che io chiamo “salvavita” ,di solito il rapporto o un ritmo meno impegnativo,
ed evitare sorprese . Ciao e grazie a tutti per i vostri consigli !!!
salve, ottimi consigli ,io uso una legnano e facevo strada ,poi mi e venuta l’idea della mtb e ho iniziato a pedalare con quella , ivvio salite….poi sterrato, ora vado sulle montagne con salite esagerate ,e non mi vergogno se mi fermo ogni tanto, per l’affanno,certe salite che quasi non si riesce a pedalare in piedi .dico che ho la mtb non in carbonio ho alluminio ,ma classica in ferro , ma ammortizzata anteriormente ,e fissa dietro,esco in base al tempo che ho ,minimo 1 alla settimana, sono felice uguale vario i rapporti nelle salite ,zig zag,rampicchino,in piedi, seduto. insomma… Read more »
Caro Davide i tuoi consigli sono piu’che buoni.
Devo dire che da quando ricevo le tue mail non
ne sbagli manco una una corrispondenza
Perfetta buone pedalate a tutti ciao………
“non esistono salite più o meno dure, esistono ciclisti più o meno allenati”
(M. Pantani)
Cerco di ricordarmelo quando soffio come un biacco su una salita che l’anno precedente volavo col 50, perchè sono stato fermo un pò
52/39 e pignoni da 11 a 28. Fino al 13% son certo di arrivarci ma l’anno scorso (una quattro giorni in Liguria, ad Andora con amici) ho messo piede a terra qualche volta, complice, soprattutto, la scarsa preparazione. Quest’anno ho usato “Aumento di cilindrata” (da gennaio… il metodo PIT non potevo farlo per un danno al vasto laterale dx e conseguente fermo bici…) e mi son trovato benissimo; le salite non sono tabù ed uso tranquillamente il 39/28 ma anche il 52/19-21 oppure il 39/17… Insomma mi piace sentire la catena in tiro 🙂 (in pianura si va di 52/15-14… Read more »
Per quanto riguarda zig zag andate a vedere il muro di Guardiagrele alla Tirreno-Adriatico
Nemmeno con il 32 davanti altro che compact commerciale
E pensate che era alla fine di una tappa di oltre 150 km
Va sempre ricordato che per le salite ci vuole prima di tutto la testa,ovvero la convinzione di farcela.
Io ho il 50×34 e28 dietro e l’anno scorso ho fatto le tre cime di lavaredo e se avessi avuto il 29……. comunque avevo poco allenamento neanche 1000 km sulle gambe quindi sono salito a zig zag ma sono salito senza vergogna al mio passo e quando sono arrivato su vi lascio immaginare la gioia. secondo me bisogna affrontare le salite al propio passo certo si puo migliorare ma se si è una 500 non si puo andare come un Ferrari non siamo proffessionisti anche se lo spirito competitivo ci deve essere anche solo con noi stessi però salendo al… Read more »
se vi piacciono le salite dure lunghe a tal punto che sembra non finiscano mai….allora dovete provare IL BONDONE!!
17 km, pendenza media del 7,4% massima 11,5 diciamo che è un ottimo allenamento
CIAO!!
quante belle parole e proclami…. un discreto allenamento e tanta testa e con il tuo passo vai in cima a tutte le salite possibili !!!
io percorro ogni giorno 60 km in mountain-bike con telaio d’acciaio…. in parole povere una pessima bicicletta. Il giorno che monterò in sella su una bici da corsa, dimostrerò la mia potenza fisica, che sta tutto nelle gambe..